WiQiQi – la ricarica wireless per gli smartphone di Samsung

Per poter ricaricare la batteria dello smartphone in modalità wireless sarà sufficiente posizionare il foglietto di materiale plastico sopra la batteria, sotto la cover in plastica posteriore del cellulare e poggiare il telefono sopra la basetta di ricarica.

WiQiQi inizialmente sarà disponibile per i modelli Samsung Galaxy S4, Galaxy S3 e Galaxy Note 2. Essendo compatibile con lo standard Qi del Wireless Power Consortium, il suo utilizzo potrà successivamente essere esteso ad altri dispositivi facenti parte del Qi-WPC come HTC, Huawei, LG, Motorola, Nokia, Sony e altri marchi.

Il dispositivo di ricarica wireless sarà commercializzato da metà giugno, la confezione conterrà il foglietto plastico di ricarica e la basetta.

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Windows 7 BSOD a causa della patch MS13-036

Windows-blue-screen-of-death-620x350Microsoft raccomanda sempre di aggiornare Windows il prima possibile, possibilmente mediante la funzionalità di update automatico, ma forse questa volta è meglio non seguire il consiglio. Alcuni utenti hanno infatti segnalato che, dopo l’installazione della patch MS13-036 (KB2823324), Windows 7 mostra il famigerato Blue Screen Of Death (BSOD) e blocca il processo di caricamento. L’azienda di Redmond ha confermato l’esistenza del bug ed è al lavoro per trovare una soluzione. Nel frattempo, l’aggiornamento in questione è stato rimosso da Windows Update (ma è ancora disponibile il download manuale)

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Il TAR conferma la multa di 900.000 euro a carico di Apple

Il TAR ha respinto il ricorrso de gruppo Apple contro la sanzione decisa dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per pratiche commerciali scorrette. La società di Cupertino dovrà quindi pagare la multa di 900 mila decisa dall’Antitrust lo scorso Dicembre.

Apple è stata ritenuta “responsabile di pratiche commerciali scorrette a danno dei consumatori”. Le sanzioni sono state decise al termine di un’istruttoria che “ha provato sia la non piena applicazione ai consumatori, da parte delle societa’ del gruppo Apple operanti in Italia, della garanzia legale biennale a carico del venditore, sia le informazioni poco chiare sugli ambiti di copertura dei servizi di assistenza aggiuntiva a pagamento offerti da Apple ai consumatori”.

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l’IP non identifica chi scarica

Farà sicuramente molto discutere una recente sentenza emessa negli Stati Uniti. Un giudice federale di New York, Gary R. Brown, ha stabilito che un indirizzo IP non può essere considerato una prova sufficiente per identificare in maniera univoca un utente accusato di scaricare da Internet materiale protetto da diritto d’autore. Secondo il giudice, infatti, un indirizzo IP assegnato da un provider consente di individuare il luogo in cui si trovano dei dispositivi connessi alla Rete, ma non di determinare con precisione chi ha prelevato illegalmente dalla Rete un contenuto protetto. Succede infatti che in molte situazioni l’IP va ad identificare un router wireless o un altro dispositivo di rete e chi ha commesso la violazione potrebbe essere chiunque, ovvero il titolare dell’abbonamento, un suo familiare, un ospite, un vicino e persino un intruso. La sentenza è stata emessa nell’ambito di un processo intentato dai cosiddetti “troll del copyright”, studi legali che cercano di lucrare attraverso il contenzioso su questioni di diritto d’autore, contro migliaia di “downloaders” dalla Rete, tra cui numerosi anziani accusati di avere scaricato film dal contenuto pornografico.  Continua a leggere

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